Agra, Uttar Pradesh, India - agosto 2023
Abbiamo lasciato il Taj Mahal come ultima tappa di un viaggio in India che ci ha aperto occhi, cuore e mente. Abbiamo incontrato e abbracciato persone, che ci hanno accolto nelle loro case. Ci hanno raccontato storie di chi sono, cosa fanno e quali sono i loro sogni. È stato un viaggio che ci ha fatto innamorare di un Paese che a primo impatto può essere difficile ad apprezzare, ma appena si entra a contatto con la sua essenza non se ne può fare a meno. Tutto cambia, soprattutto la percezione che si ha della propria quotidianità. A me l’India ha dato la possibilità di rallentare.
Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama.È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente.
Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato. L’India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto a questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato.
In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto.
E qui sta il suo fascino.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra
Un ultima tappa, il Taj Mahal, che purtroppo nel suo insieme, mi ha deluso. Una delle sette meraviglie del mondo che affascina per la sua imponenza, per la sua semplicità e per la sua bellezza. Ammalia per la sua storia romantica, dell’amore di un marito per la sua moglie preferita. L’imperatore Shah Jahān, dopo la morte di sua moglie Mumtāz Maḥa, fece costruire questo immenso mausoleo per renderla immortale e non staccarsi mai da lei.
La storia che però non sempre viene raccontata è che, si dice, l’imperatore fece poi tagliare le mani all’architetto e a tutti i lavoratori che avevano partecipato alla costruzione del Taj Mahal per non dar loro la possibilità di costruire altro di quel genere. Più di 20.000 persone lavorarono per la costruzione di quest’immenso mausoleo.
È uno degli edifici più belli che abbia mai visto, costruito completamente in marmo bianco che cambia colore in base alla luce. È davvero una delle sette meraviglie del mondo. Un luogo immerso in un parco verde, pulito, con oltre 45.000 turisti ogni giorno, perfetto per la foto per Instagram. Immense code per quella foto. È talmente perfetto che quasi sembra irreale, come se fluttuasse nell’aria, ma che proprio per questo non rappresenta la vera India, che sta al di fuori di quelle mura. L’india che avevo vissuto nei 20 giorni precedenti.
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