Monte Rosa, Valle d'Aosta, Italia - luglio 2023
Sveglia, colazione, vestizione come fosse un processo meccanico, pronto a partire: 4 del mattino.
I primi passi per allontanarsi dal rifugio Gnifetti sono lenti e incerti, con l’alba ancora lontana l’unica fonte di luce per individuare la traccia sul ghiaccio vivo è la torcia frontale. La sensazione di solitudine svanisce in fretta, giusto il tempo di accodarsi alle altre cordate che si stanno avventurando su l'immenso ghiacciaio del Lys, Monte Rosa. “Rompi il fiato, non forzare il passo, inspira, espira” me lo ripeto come un mantra mentre lascio alle spalle Cima Balmenhorn, i timidi bagliori del sole nascente si affacciano al balcone tra Corno Nero e Piramide Vincent; proseguo in un tempo sospeso, le cordate più avanti deviano verso sinistra per i Lyskamm o verso destra per la Ludwigshohe, mi ritrovo verso il Colle del Lys da inedito apripista, io che sto affrontando per la prima volta la salita a Capanna Margherita: la sensazione mi mette in circolo più adrenalina, meglio così, l’aria più rarefatta inizia a farsi sentire. Colle del Lys, 2 ore e 15 minuti di cammino, tempo di una pausa: tè caldo, barrette e frutta secca, il chiarore dell’alba, tutte nuove energie per affrontare la seconda parte dell’ascesa, la più ostica. Anche perché le pareti scure della Capanna Margherita si intravedono, un’immagine che ti infila nella testa una sensazione di frenesia, ma la strada è ancora lunga. Altri 45 minuti sono necessari per raggiungere il Colle Gnifetti, con una vista privilegiata sulla Dufour, a sinistra (la più alta del Monte Rosa con i suoi 4634 metri), sulla Zumstein, al centro, e lì sulla destra, quasi in disparte, Punta Signal (o Punta Gnifetti), su cui la Capanna Regina Margherita è aggrappata da 130 anni, il mio traguardo. L’ultimo tratto è infinito, la pendenza proibitiva obbliga i muscoli delle gambe a chiedere più volte una tregua e l’ingresso del vento gelido non migliora la situazione, mi aggrappo alle forze mentali, 50 passi alla volta. Perché in tutto questo, Capanna Margherita è appena sopra la testa, manca l’ultimo tornante, poi spiana, per davvero. A passi leggeri percorro gli ultimi metri come una passerella, la porta del rifugio più alto d’Europa a pochi metri, sento già il caldo della sala interna.
Non mi ricordo l’emozione che ho provato, ho pianto come piange un neonato dopo il parto, per respirare. Può la mancanza di ossigeno farti sentire più vivo?
Luca
Alba su Balmenhorn (sx) Corno nero (dietro) and Piramide Vincent (dx)
In cammino
Lyskamm orientale e occidentale
In cordata
Capanna Margherita (credits @rifugiomonterosa.it)
L'arrivo
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