Istanbul, Turchia - agosto 2022
Stavamo girando la Turchia on-the-road ed eravamo tornati nella caotica e meravigliosa Istanbul prima di rientrare in Italia. Quella notte ci aveva ospitati il mio amico turco Alper, che viveva vicino a piazza Taksim prima di trasferirsi in Italia.
Prima di salutarci ci aveva consigliato di fare tappa in uno dei bagni più antichi della città, Çemberlitaş Hamamı, un hammam progettato dall’architetto Sinan nel 1584. Avevamo qualche ora libera prima di andare a cena e un po’ all’ultimo abbiamo deciso di entrare in quella porticina semi-nascosta nella zona della moschea di Santa Sofia. Ci hanno spiegato le varie opzioni ma ci siamo limitati a un ingresso standard, dopodiché… le nostre strade si sono divise perché c’è un ambiente per le donne e uno per gli uomini. Ci siamo detti semplicemente “tra un paio d’ore fuori”, anche se non avevamo orologi. Avendo lasciato lo zaino negli spogliatoi (delle cabine intagliate nel legno con delle lavorazioni stupende) non avevamo molti riferimenti su quando e come ci saremmo beccati all’uscita. Amen.
Dopo esser stata condotta nell’atrio prima dell’ingresso ai bagni, ho realizzato di essere l’unica straniera circondata da donne turche. Ho pensato “che storia, un’uscita tra ragazze” totalmente inaspettata, e mi ha fatto sorridere. Madri e figlie, amiche, compagne di corso… ero lì intrecciata alle loro vite sconosciute, a fare una cosa che farei anch’io con mia mamma o una mia amica, e ho pensato - per l’ennesima volta in quelle due settimane - a quanto siano simili le nostre culture.
Entrata nella “camera calda” sono rimasta a bocca aperta per la bellezza della stanza: così suggestiva, un po’ in penombra, decorata con lastre di marmo e un’enorme cupola forata da cui entrano i raggi di luce. Delle donne giravano solo con il telo legato in vita e un catino che riempivano d’acqua e lo versavano per rinfrescare persone e sedute di marmo. Un enorme blocco di marmo caldo al centro è stato il protagonista di quello che è successo dopo, che non includerò nel racconto perché vorrei che fosse speciale anche per chi vorrà fermarsi nel suo prossimo viaggio e non rovinare la sorpresa.
Ero in pace coi sensi e completamente rigenerata. Decido di stemperarmi nell’atrio, in attesa delle docce, ed è qui che ho fatto amicizia con Eçe, una ragazza turca della mia età e super carina con cui mi sono ritrovata a fare discorsi sulla vita, sul futuro, su cosa avremmo voluto cambiare per la nostra generazione nei nostri rispettivi paesi. Ci siamo scambiate i contatti e sono uscita da lì pensando “assurdo, uno dei pomeriggi più belli di queste due settimane”. Avevo sforato solo di mezz’ora sull’orario di ritrovo.
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