Yuanyang, Yunnan, China - agosto 2024
Quella mattina d’agosto ci siamo svegliati con una sorpresa: il nostro volo delle 10 per lo Yunnan era stato cancellato. Dopo un cinque minuti di panico inutile, con l’aiuto delle ragazze della reception e le loro app cinesi, siamo riusciti a trovare una soluzione. E così, con solo qualche (12) ore di ritardo siamo arrivati a destinazione.
Il piano originale era quello di prendere l’unico bus della giornata da Kunming per andare verso Sud, ma con l’impossibilità di prenotazione online (con i bus, in Cina è così), abbiamo preso un driver e, dopo 5 ore di macchina, all’una di notte, siamo arrivati. Sapevamo che raggiungere questo luogo non sarebbe stato semplice, ma era una destinazione che non poteva essere saltata.
Hao Li, il nostro driver, non parlava inglese, ma con la magica tecnologia dei traduttori, siamo riusciti a sapere un po’ più di lui e della sua vita. Questo incontro ha arricchito ancora di più il nostro viaggio.
(Ci ha accompagnato fino alla camera per controllare che fosse tutto a posto e che noi stessimo bene.)
Erano le 7.30 del mattino, quando, ancora un po’ cotta dall’avventura del giorno precedente, mi dirigo verso la terrazza della nostra camera pensando alle immagini fisse nella mia mente viste e riviste mentre progettavamo il nostro viaggio. Il paesaggio che mi trovo di fronte è incredibile: tutto completamente ricoperto di nebbia e nuvole basse, non si vede praticamente nulla.
Ma ecco che ad un tratto, dal bianco spumoso delle nuvole, si intravede quel verde brillante che ci avrebbe accompagnato per i tre giorni successivi. Le terrazze di riso nella contea Yuanyang (元阳) sono le più estese al mondo (quasi 13.000 ettari), ma ancora, fortunatamente, poco conosciute al di fuori della Cina. Sono state costruite durante l'etnia Hani, proveniente dall’altopiano tibetano, che si è stabilita in questa zona e che nei secoli hanno costruito queste risaie. Una popolazione che vive principalmente di agricoltura, capace di coltivare ogni singolo pezzo di terreno coltivabile, anche non raggiungibile facilmente.
Ogni persona ogni giorno è piena di attività da svolgere e non solo inerenti alla coltivazione, ma anche nel campo dell’allevamento, della tessitura e nella costruzione. Queste terrazze, infatti, sono un’opera artificiale strabiliante, che segue dolcemente i pendii delle montagne. Arrivano fino a 3000 metri di altitudine e sfruttano questo dislivello, e quindi una differenza di temperatura abbastanza importante, per produrre, ogni anno, migliaia di kg di riso. Sono uno spettacolo raro, che cambia il suo aspetto a seconda della stagione. In inverno, durante il periodo dell’irrigazione, si trovano piene d’acqua e, come specchi, riflettono i colori del cielo e delle montagne. Spesso tanti fotografi posizionano i loro treppiedi prima che il sole sorga e rimangono in attesa per scattare delle immagini che rimangono impresse negli occhi di chi le guarda. Noi, invece, le abbiamo ammirate alla fine dell’estate occidentale, quando si dipingono di un verde e giallo brillante, quasi pronte per il raccolto. Uno spettacolo completamente diverso da quello invernale ma che regala, in ogni caso, un sacco di emozioni.
Le nostre giornate in questa County, le abbiamo passate camminando insieme alle signore che portavano in spalla cesti tradizionali fatti in paglia, su e giù per le risaie e per le strade asfaltate che collegano i vari villaggi, avendo sempre come sfondo quelle terrazze verdi infinite. Con varie tecniche invincibili, siamo riusciti anche a prendere i vari bus locali, ovvero minivan che sfrecciano da una parte all’altra, solo a pochi yuan, avendo anche come compagne di viaggio due galline libere simpaticissime che cantavano insieme alla musica locale proveniente dalla radio. Giorni che rimarranno impressi nella nostra mente.
Così vorremmo ricordarci i nostri giorni nello Yuanyang: vivaci come il sorriso rugoso, un po’ sdentato, di una signora, che camminava vigilando un terrazzamento completamente coltivato, e il suo sguardo pieno di gioia che emanava una serenità contagiosa.
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