Giordania, luglio 2023
Ci sono strade talmente infinite e deserte che non puoi immaginarle finché non le vedi. Lungo queste strade poi avere la fortuna di incrociare vite e realtà altrettanto inimmaginabili. Percorrendo la Desert Highway, tra Aqaba e il Wadi Mujib nel mese di luglio, di chilometri ne abbiamo percorsi molti e verso l’ora di pranzo ci siamo imbattuti in uno dei pochi villaggi che sorge e vive proprio ai bordi di questa strada. Non saprei neppure il nome, non lo abbiamo cercato e in realtà non importava. C’erano una panetteria, un baracchino e nessun turista. La fame e la voglia di falafel ci hanno portati in un locale dall’insegna gialla, ristorante che era anche supermarket e bakery, insomma un po’ di tutto. Era l’unico locale con la scritta in inglese ma entrando capiamo che di inglese sanno ben poco. Tutti si voltano a guardarci: un tavolo di ragazze adolescenti, con il loro velo e loro quaderni, ci guardano divertite e curiose. Tutti si prodigano per farci accomodare, ci mostrano un messaggio sul cellulare in cui è tradotto il menu in inglese, ci portano tè e tovaglietta mentre le ragazze fissano incuriosite i miei shorts e la nostra strana moda. Decido di salutarle e loro tutte felici mi rispondono, tra sorrisi e risatine: mi immagino cosa stiano pensando di questi due strani ragazzi, forse poco vestiti, che mangiano con le posate il loro amato hummus. Finito il loro shawarma e le chiacchiere, prendono i quaderni e ci salutano, probabilmente dirette a scuola. Per il resto del tempo ho immaginato quanto distanti e diversi possano essere i nostri mondi, la nostra quotidianità , le nostre usanze ma anche quanto, tra amiche e chiacchiere, siamo poi tutte delle semplici ‘ragazze’.
Federica
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